Nel momento in cui si parla del Seven Card Stud Hi-Lo, si fa riferimento a una delle versioni maggiormente diffuse e conosciute in merito al gioco del poker. Si tratta di una variante decisamente più complessa della disciplina del Seven Card Stud, che sta prendendo sempre più piede, in modo particolare dal momento in cui ha preso parte al celebre evento H.O.R.S.E., su cui non sono di certo mancate le discussioni, anche per via della quota di iscrizione piuttosto sostenuta, pari a ben 50 mila dollari.
Le caratteristiche del Seven Card Stud Hi-Lo
I giocatori, durante la mano, ottengono dal mazziere ben sette carte, di cui cinque potranno essere sfruttare per realizzare la migliore combinazione e provare in tutti i modi a mettere le mani su quello che si trova nel piatto. In confronto alla variante originale, bisogna sottolineare come questa particolare versione si caratterizza per delle regole diverse che disciplinano la divisione del piatto al termine di ciascuna mano. Il piatto, infatti, al posto che finire nelle mani di un singolo giocatore, è oggetto di una specifica suddivisione tra i due vincitori. Quindi, sono ben due i giocatori che hanno la meglio. In primis quella che si ritrova in mano le carte migliori, detto High, ma anche quella con la mano peggiore di tutti gli altri, ovvero Low.
Bisogna mettere in evidenza anche come nel Poker Seven Card Stud Hi-Lo, ci debba essere sempre una mano bassa: per poter fare in modo che resti valida, deve essere formata da una vera e propria combinazione di cinque carte differenti: all’interno di questa mano, la carta dal valore maggiore non deve superare l’8. Nel caso in cui non ci sia alcuna mano valida come peggiore, allora il giocatore che può contare sulla mano più alta potrà portare a casa tutto ciò che si trova nel piatto.
Tra le altre regole che vale la pena sapere, troviamo senz’altro quella per cui non è possibile inserire delle coppie una mano più bassa che sia valida, mentre invece si possono sfruttare sia scala che colore. La mano più bassa di tutte è indubbiamente quella che corrisponde ad “A2345”, ovvero asso-due-tre-quattro-cinque, mentre la mano bassa dal valore più alto possibile corrisponde a “87654”. C’è una particolare situazione che prevede come un giocatore possa avere non solo la mano più alta, ma anche quella più bassa e, di conseguenza, possa puntare a mettersi in tasca tutte e due le metà del piatto. Si tratta di uno scenario di gioco che viene ribattezzato “scooping the pot”.
Manca il bottone del dealer
In questa particolare versione del poker, manca del tutto il bottone del dealer. La distribuzione delle carte, di conseguenza, si verifica sempre in senso orario e, prima che una determinata mano di gioco possa cominciare, è fondamentale che ogni giocatore che è presente al tavolo versi una puntata, di importo ridotto, ma che è obbligatoria. Questa puntata è stata ribattezzata “ante”.
Ciascun giocatore ottiene due carte coperte, mentre una sola sarà scoperta. Il giocatore che si trova in mano con la carta scoperta dal valore inferiore, è quello che deve attivarsi per primo, facendo una puntata che è obbligatoria e che è stata ribattezzata “bring-in”. Si tratta di una puntata del tutto particolare, che può corrispondere alla puntata più bassa per il limite della partita oppure al suo 50%. La partita proseguendo sempre in senso orario, fino al momento in cui termina il primo giro di puntate. Nel caso in cui due, oppure un numero maggiore, giocatori presentano la carta dal valore più basso, è chiaro che sarà il giocatore che si trova più vicino rispetto alla sinistra del mazziere a dover provvedere a effettuare il versamento del bring-in. Si tratta di una puntata che, effettivamente, ha un valore nel corso dell’intero turno: ecco spiegato il motivo per cui, nel caso in cui nemmeno uno degli altri giocatori provvederà a rilanciare, colui che ha versato il bring-in, non avrà certamente l’onere di effettuare il versamento di un’altra somma di denaro per poter vedere la carta successiva.
Ciascun giocatore, poi, si ritrova in mano con una carta scoperta, che di solito viene ribattezzata con il nome di “Fourth Street”. Il giocatore che parla prima rispetto agli altri è quello che ha messo sul tavolo il punto dal valore maggiore. Questo giocatore ha la possibilità di prendere la decisione se passare, puntare oppure fare un check. La puntata deve corrispondere al limite inferiore del tavolo. Il giocatore che presenta in mano la carta dal valore più alto tra tutte quelle che sono scoperte (in questo caso quella dal valore possibile sarebbe rappresentata da una coppia di assi), sarà il primo a giocare. In questo caso, ha altre opzioni di scelta. In primo luogo, può decidere se passare, oppure puntare o, magari, fare un check. Nel caso in cui almeno due giocatori abbiano una mano scoperta del medesimo valore, il primo che potrà giocare sarà quello che si trova più vicino rispetto al lato sinistro del mazziere. Anche questa volta si continua a giocare rispettando il senso orario.
Infine, ecco arrivare un’altra carta, la quinta, che rimane anche in questo caso scoperta, che viene distribuita a ciascun giocatore. Lo sviluppo del gioco è praticamente lo stesso rispetto al turno precedente, con il giocatore che presenta in mano le carte dal valore più alto che sarà anche il primo a parlare. La differenza, rispetto all’ultimo turno, è rappresentata dal fatto che sia le puntate che i rilanci dovranno avere un valore che deve corrispondere, al massimo, al limite più alto possibile della puntata. Si prosegue in questo modo, fino ad arrivare alla carta numero sette, che presenta una differenza, ovvero è coperta e non scoperta. Al termine, ciascun giocatore deve avere in mano un numero complessivo di sette carte: tre saranno coperte, mentre altre quattro dovranno risultare scoperte. Se nel giro finale dovessero mancare delle puntate, sarà il giocatore con le carte scoperte dal valore maggiore a mettere in chiaro le sue carte per primo.